Pubblicato: 26/02/2016 17:25:52
Birra Baladin è un nome che fra gli amanti ed appassionati della birra artigianale è certamente già noto e che non ha bisogno di particolari presentazioni, ma cominciamo dall'inizio anche per tutte le persone che non hanno ancora conosciuto questi prodotti piemontesi.
Dunque cosa è Baladin? Non è soltanto un prodotto ma un intero marchio che comprende birra e altre bevande in genere, birrificio e locali dedicati; possiamo quasi dire che Baladin non vuole solo deliziarci con i suoi senotri, profumi e sapori ma coinvolgerci direttamente nella cultura del mondo enogastronomico.
E' buffo come siamo soliti sentire questo termine più che altro accostato al vino, ma non dimentichiamoci che come per un buon vino occorre il giusto accompagnamento in tavola altrettanto è anche per la birra ed anzi il titolare di Selezione Baladin (questo è il nome completo dell'azienda) che risponde al nome di Teo Musso ha sempre cercato un certo accostamento con il mondo del vino. Ma procediamo con ordine.
Il mastro birraio Teo Musso (Matterino Musso all'anagrafe) nasce il 5 marzo del '64 a Carrù da genitori contadini che gli insegnano il legame con la terra. Cresce in un bell'ambiente familiare con i fratelli maggiori ed in una età più adulta viene obbligato dal padre ad un galateo piuttosto stringente a tavola: acqua oppure... Vino, rigorosamente fatto in casa da loro stessi. Teo però non ci sta e si ribella alla regola del padre pretendendo di bere anche birra cominciando così un primo approccio al prodotto con una consumazione di birre industriali e poco speciali. Anche volendo al tempo le birre d'importazione o ancor meglio particolari (come le non pastorizzate, oggi bandiera della ditta) ed ancor meglio delle birre artigianali sono quasi delle rarità.
Il primo incontro con quello che oggi è il prodotto maestro di birra Baladin nasce quindi per un atto di ribellione alle regole.
Tempo dopo Teo si dirige a Montecarlo per delle vacanze-studio con l'ausilio di uno zio capo pasticciere dell'hotel de Paris. E' qui che comincia la vera maturazione del mastro birraio entrando in contatto con sapori, profumi e sensazioni nuove e più soppesate ed in particolare Musso stesso indica come punto di svolta l'incontro con la birra Chimay Bleue.
Al termine del tirocinio il nostro mastro birraio torna in Piemonte, a Piozzo dove rileva una vecchia osteria chiusa da tempo e la trasforma in una birreria dove servire molti tipi di birra (al suo apice arriverà a toccare le 200 referenze), ed apre così nel 1986 ai battenti il locale Le Baladin che in francese arcaico significa "cantastorie".
Qualche anno dopo decide di fare il salto di qualità: non più vendere solo birre altrui ma anche qualcosa fatto a kilometri 0 (un po' come il vino del padre che tanto non apprezzava, ndr). Prima però deve apprendere come fare oltre che procurarsi gli strumenti del mestiere (ricordiamoci che siamo all'inizio degli anni '90, non si poteva andare su internet ed acquistare un piccolo kit per cominciare come tutti possiamo fare oggi) e decide così di volare in un Paese dove la produzione di birra è storica ed affermata: il Belgio. Qui apprende la tecnica artigianale ma anche il metodo visitando posti importanti come la Brasserie d’Achouffe e Brasserie a Vapeur e con l'aiuto e la conoscenza degli artiginali locali riadatta delle vasche di acciaio già usate per il latte alla produzione di birra.
Torna a casa nel 1996 e si mette subito all'opera: Le Baladin riapre i battenti con la nuova birra alla spina realizzata nel garage accanto al locale, ma commette un piccolo passo falso eliminando le sue 200 referenze per proporre soltanto le sue creazioni con il risultato che i clienti scappano.
Teo non si da per vinto e capisce che deve rompere le barriere locali, decidendo così di imbottigliere il suo prodotto precedentemente servito esclusivamente alla spina e venderlo ovunque; quella che al momento poteva sembrare una follia, vista la totale assenza di un mercato, si rivelò la sua fortuna perchè potè inviare campionature ai risotranti e locali di tutta Italia creando interesse.
Ed il resto, come si suol dire, è storia.
Nel 2012 il birrificio è diventato "società agricola" poichè è arrivato a possedere abbastanza terreni per soddisfare la gran parte del fabbisogno di materie prime in modo autonomo. Tradotto in numeri, Baladin produce da se l'80% di orzo necessario alla produzione di birra, buona parte del luppolo e l'acqua la fornisce il territorio delle Langhe. Ad oggi inoltre sono numerosi i locali marchiati Baladin presenti in tutta Italia dove è possibile sperimentare tutti i prodotti con i giusti abbinamenti culinari.
La produzione è così aumentata che nel corso di quest'anno l'attività si sposterà di qualche chilometro per recarsi nel nuovo stabilimento più grande, più moderno e più accogliente. Già perchè al birrificio Baladin tutte le domeniche chiunque lo desideri può recarsi sul posto e avere il piacere di svolgere una visita guidata nello stabilimento accolti da Teo Musso in persona.
Sì, sì, va bene tutto molto interessante ma parlando di un birrificio si vorrebbe sapere anche qualcosa sulle birre! Vero, dunque bando alle ciance e vediamo qualche prodotto... Per tutti (ma veramente tutti) i dettagli vi rimandiamo al sito di Baladin, dove sono presenti particolari quasi maniacali.
Come dicevamo sopra comunque, Baladin non è solo birra ed infatti commercializza molti altri articoli non solo strettamente correlati al mondo del beverage. Inoltre continuano a sperimentare combinazioni nuove, è infatti novità di quest'anno la sboccatura della birra Baladin "Metodo classico" ovvero quello stesso metodo classico che serve per realizzare Franciacorta e Champagne; un prodotto piuttosto particolare realizzato in edizione limitata e numerata: solo 11.680 bottiglie.
E' anche uno dei primi produttori italiani ad adottare il nuovo sistema di fusti "usa e getta" senza l'ausilio di CO2 per il trasporto delle sue birre alla spina; recentemente ha anche cominciato il lancio della nuova Baladin Pop, la prima birra artigianale italiana in lattina.
Oggi vi salutiamo invitandovi almeno a provare i prodotti di questa realtà completamnete italian e speriamo di poter tornare parlare nuovamente di questa realtà che valorizza il made in Italy!